Quel giorno, chissà perché, gli vennero in mente le galline che razzolavano nell’aia del nonno. Andavano avanti e indietro e beccavano qualunque cosa gli capitasse a tiro. Aveva cinque o sei anni e passava da solo le lunghe mattinate in cui erano tutti a lavorare nei campi mentre lui stava a casa con la vecchia Farha e giocava con la terra e mangiava di nascosto il pane con l’olio.
Poi tutto era cambiato.