A proposito di Scritture Migranti

di Stefania Buosi Moncunill
Kumacrèola è una collana che si occupa delle Scritture Migranti. Kuma, infatti, nella lingua bambara dell’Africa occidentale, significa “parola”. Interessante è capire come la parola si modifichi in seguito all’incontro transculturale, tenuto conto che ci troviamo in Europa, da sempre terra di migrazione: prima di emigrazione, ora di immigrazione.
Juan Carlos Calderón Carillo, vincitore di numerosi premi internazionali di letteratura e fotografia, in Italia, Messico e Spagna è un autore e fotografo cinquantenne, che nasce a Città del Messico, si laurea in Filosofia presso l’Universidad Nacional Autónoma de México e immigra in Italia, a Trieste, nel 1994. A Juan Carlos interessa la raffigurazione del reale, che si rivela attraverso la narrazione di storie, descritte o fotografate, che mettono in luce la complessità dell’animo umano. Trieste è una città per eccellenza multiculturale e la scrittura, unita alla lettura, possono aiutare a raggiungere una buona relazione con la propria memoria e, di conseguenza, con la propria e altrui identità. Nella scrittura di Juan Carlos, definita dalla critica “assurdo-reale”, si può percepire un velo di nostalgia, legato al disagio di essere o sentirsi apolidi. E tale definizione, “assurdo-reale”, che sembra un ossimoro, non lo è, perché il reale a volte ci appare assurdo, delirante.
Nel libro Il cane bilingue, pubblicato nel 2016, Juan Carlos ci propone racconti crudi, in cui domina il realismo più disincantato, ma anche storie divertenti, permeate di ironia. I protagonisti sono gli umani, i cani e l’amore. I cani del libro sono pieni d’amore, ma possono anche trasformarsi in esseri feroci, che attaccano e feriscono, proprio come gli umani. L’amore viene descritto nelle sue varianti: l’amore di Santa Chiara per San Francesco, gli amori di gioventù, l’amore violento o vendicativo. Spicca, tra tutti, il racconto che dà il titolo alla raccolta, vincitore nel 2008 del concorso di letteratura “Historias de Migrantes”, indetto dal Consiglio nazionale per la cultura e le arti del Messico. È la storia di un cane immigrante e delle sue difficoltà linguistiche. Dunque, anche un cane può essere bilingue? Molto originale il racconto Cantus. Il mistero del cerchio gigante dei cani sulle note della musica di Erik Satie. Nel racconto Quando
la scossa sarà passata, l’io narrate mostra l’attaccamento alla sua terra devastata da un terribile terremoto. Le nostre radici, la terra d’origine, sede delle esperienze infantili e adolescenziali, modellano la nostra esistenza. Altri momenti della vita, altri spazi si aggiungeranno a questi primordiali, formando una nuova identità multipla. Ma quelli dell’infanzia rimarranno in noi come dimensione paradisiaca o nostalgica. Non possiamo privarcene, pena la perdita della nostra identità.

Juan Carlos Calderón Carillo, Il cane bilingue (Cosmo Iannone Editore, dicembre 2016,
collana: Kumacrèola): 15 racconti brevi, per un totale di 164 pagine.

 

Stefania Buosi Moncunill, italocatalana, nasce a Udine (Friuli Venezia Giulia) nel 1974.
Sposata, vive divisa tra Trieste e Barcellona. È Filologa moderna, titolo di dottore magistrale ottenuto all’Università degli Studi di Trieste. È stata, per più di dieci anni, docente di scuola secondaria in Spagna e in Italia. È attualmente dottoranda in Filologia catalana all’Universitat de Barcelona e impegnata come attivista per il riconoscimento della realtà nazionale catalana. La sua passione per la narrazione, che l’ha portata nel corso degli anni a collaborare con periodici, riviste e giornali, curando presentazioni di libri, reading letterari e conferenze, è stata affinata alla Scuola Holden di Torino.

Be Sociable, Share!
Questa voce è stata pubblicata in Varie e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *