Quando accavallò le gambe…

… si accorse di avere un buco nella calza destra, all’altezza del ginocchio. Non uno strappo o una smagliatura. Proprio un buco. Perfettamente rotondo e con i contorni nettissimi. Se ce ne fosse stato un altro nel medesimo posto ma sull’altra calza si sarebbe detto ch’erano stati fatti apposta.

Per fortuna erano seduti al tavolino di un bar e  il tavolino era alto così aveva potuto  infilarci le gambe sotto. Lui non s’era accorto di niente. Piano piano con fare indifferente s’era sfilato il soprabito, come se avesse caldo, e l’aveva poggiato sulle gambe coprendo abbondantemente il ginocchio e il buco. Terminata l’operazione aveva tirato un sospiro di sollievo.

Adesso, chissà perché, le era venuto in mente quel buco. Proprio adesso. Dopo tanti anni. Mentre, seduti sul divano,  guardavano l’ennesima partita alla TV e lei si scocciava un po’.

– Te lo ricordi il nostro primo incontro?- chiese lei.

– Sì – rispose lui, tenendo gli occhi fissi sullo schermo.

– Dì, ma tu, te n’eri accorto del buco nella calza?

Lui la guardò con aria furba e sorrise.

– Certo. Ti ho guardato le gambe tutta la sera. Hai le gambe più belle del mondo.

– Cretino! –  disse lei ridendo.

Si alzò e andò in cucina. C’era ancora un pezzo di pollo fritto avanzato dal pranzo. Fece due panini, riempì i bicchieri col vino rosso e tornò sul divano. Lui nel frattempo s’era perso in calci di rigore, tiri in porta  e decisioni arbitrali…

Lo guardò mentre era tutto preso dal gioco. Sembrava un ragazzino delle medie.

Sospirò.

Eh sì,…  amava quell’uomo!

 

di Ferdinando Gaeta

 

foto di fazen
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