Trittico

sediedi Angelo Poli

1
Poi, non ci fu più niente, solo
un 2016 da sballo, e ancora
un altro anno tanto atteso che
forse
già non viene (è impotente).
Le mostruose ferite misurano
solo gli Inutili spazi bianchi bruciati
e gli ulivi secolari coltivati per la mente

Al fondo del campo
non si nota alcun senso
o per dire
non ha senso nessun governo
il caos è una nota intonata ma
ci sarà pure un limite ad ogni speranza
c’è invece un’aureola in ogni stanza
manca solo la tua anca
c’è un pernicioso niente
trasparente e insistente
e una luce che viene dal basso, inesistente.

2.
Qua si smistano container
nel porto dopo l’attesa finalmente
pieni di roba, coca, armi, cose
giocattoli rabbiosi, menti inabissate nel declino
un euro e mezzo per
ogni pezzo che si posa a terra
così si ingrassano a Gioia T
veder sfumata la tua natura
inesistente/trasparente
diafana.
gli ulivi bruciati
le promesse fallite la
morte incombente
il petrolio inutile
neanche uno straccio di futuro
amaro veleno distillato al buio
in alambicchi sporchi, di sangue
nelle campagne sperdute
nel nulla presente, sempre più assente.

3.

La disperazione ti sfida
non c’è scampo, l’inutile si accende
di nuovi colori, ti trascina
tracima, si sblocca. Ti provoca.
ti acclama nuovo re ma
di nulla, di nuove menti bacate dal
peccato, di vite assoldate di fiducie
mancate, di norme sottratte all’amore
alla virtù di essere ambigui
all’accettare di servire due padroni
di non essere droni né pronti né sfranti
soltanto il desiderio che si incontra e si sfrange
ma non mente
nel senso corrente… sa solo di niente.

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