Invidia

calvinoCosa credi?  Il potere dello scrittore non sta nell’avere visibilità, che questa ce l’hanno tutti, o il diventare notabile, che anche per questo in fondo ci vuole poco.  Il potere vero dello scrittore è scavare in  profondità e riuscire a cambiare la percezione delle cose alla gente, alle persone.

…quando cambia qualcosa nel fondo della sensibilità della sua società, nel modo di vedere le cose: lavoro lento, che non si può fare con i riflettori puntati addosso, lavoro di ricerca che deve dar fastidio prima di venire accettato. Appena diventi un notabile credi di  avere potere ma non hai niente, il potere vero  resta nelle mani di altri…

(Italo Calvino)

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‘era ora di un po’ di aria. Ora, era, aria. Finalmente. Era aria, ma quale?

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1.

Ora la ‘nvidia o ‘mmiria che dir si voglia, la quale naviga nel mare della malignità, invece di mantenersi in vita e a galla sopra un letto di vescicole sempre d’aria, si mantenne quella volta  a galla su un’ernia meditabonda, così che invece di vedere tutti gli altri annegare a ‘mmare, sbattè essa stessa  contro uno scoglio e annegò.  Questa è generalmente la fine che fanno gli invidiosi (immiriosi fetienti).

Ma sarebbe solo questo. Non basta. L’invidia prima di morire  è una brutta bestia e non ci vuole moltissimo per scoprire lo ‘nvidioso. No, perché lui/lei  sta sempre in agguato. Come non si sa…! Sta perlomeno infrascato e convive con il suo essere scurito, ma non di pella. Egli è al limito della fantàsia, quando non si sa che parte andare e si figagirovaga a cazzo, che ci sta pure! Quanno,  voglio dire, non si hanno santi da appendere e né votare, allora si invidia. Ma tanto per fa’ qualcosa…però, c’è da dire, quelli che invidiano vivono male. Prima di finì male!

di Francesco Di Lorenzo

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