Dialoghi impossibili: James Bond e l’uomo qualunque

(L’importanza della poesia)

BondUn tizio gira spaesato tra gli scaffali di una libreria. Si perde tra i volumi e arriva casualmente al piccolo spazio dedicato alla poesia. Qui c’è un uomo solo che sfoglia un libro appoggiandosi a uno scaffale. Il tipo spaesato lo guarda incredulo, gli si avvicina.

 Uomo qualunque: Mi scusi, mi sbaglio o lei è …

James Bond:  Sì sono Bond, James Bond

Uomo qualunque: Io sono qualunque, un uomo qualunque ma … che piacere! Come mai è qui?

James Bond: Per comprare un libro. Cosa si fa, secondo lei, in una libreria?

Uomo qualunque: Ah, non lo so, questa è la prima volta che ci metto piede. Sa, è il compleanno di mia moglie e vorrei farle un regalo utile.

James Bond: Bene! I libri sono la cosa più utile che ci sia.  Cosa vuole regalarle?

Uomo qualunque: Un libro di cucina, così mi fa qualche piatto nuovo, sono stufo di mangiare sempre le stesse cose … Anzi ma lei, non è che sa dove è il reparto ricettari e affini?

James Bond: Ma … pensavo …

Uomo qualunque: Cosa?

James Bond: Che le volesse regalare  un romanzo o un libro di poesie …

Uomo qualunque: per carità, sono tutte sciocchezze! A una donna possono anche far male … mettere strane idee in testa, lei mi capisce …

James Bond: Far male la poesia? Ma la poesia è benefica. Un antidoto contro le brutture della vita.

Uomo qualunque: Ma non mi faccia ridere, i poeti, si sa, sono tutti tristi!

James Bond: Lei ne conosce molti?

Uomo qualunque: Non molti, ma sono tutti tristi. A scuola, per esempio, chi erano quelli che scrivevano le poesie? Gli sfigati con le ragazze. Ecco chi erano. Per non parlare dei vari Leopardi, Pascoli e affini.

James Bond: A me piace Kavafis

Uomo qualunque: Kavafis? Ma … Non è un giocatore di basket questo Kavafis? E poi lei signor Bond con tutte le donne che ha incontrato, una bellezza come la Andress, avrebbe bisogno della poesia come antidoto alla bruttezza? Su! Mi dica la verità… altro che poesia… quella era un poema, un vero poema!

James Bond: Le dirò che con Ursula Andress mi sono un pochino annoiato.

Uomo qualunque: Addirittura! Con quel po’ po’ di argomenti che si ritrovava, lei si annoiava?

James Bond: Certo, a me di una donna interessa l’anima.

Uomo qualunque: Perché, le donne hanno un’anima? Un’anima? Ma, forse lei come agente segreto l’ha scoperta, perché io sinceramente non me ne ero mai accorto. Sa, mia moglie più che un’anima ha un cellulare di ultima generazione sempre in funzione, che tra l’altro mi è costato un accidenti.

James Bond: Ecco. Se lei amasse la poesia saprebbe bene che le donne hanno un’anima. Ascolti.

Nella Casa dell’Anima s’aggirano le Passioni
belle donne abbigliate in seta,
il capo adorno di zaffiri.
Dalla porta fin nell’interno della casa 
tutte governano le sale. Nella più grande 
di notte, quando brucia loro il sangue 
danzano e bevono, i capelli sciolti.

 Meraviglioso eh?

Uomo qualunque: Ma, guardi, non è che ci ho capito granché. Comunque mia moglie la seta in casa non la usa. Solo pigiamoni di pail. Ha in mente? Non è che siano molto poetici.

James Bond: Ma l’abito non è importante

Uomo qualunque: Lo dice proprio lei che ha passato la vita in smoking?

James Bond: Sì, ma spesso me lo toglievo.

Uomo qualunque: E ne toglieva di abiti…

James Bond: Ah! Ma allora lei è proprio fissato! Come glielo devo spiegare? Non è questo che mi rende felice. Quello che mi rende felice è un verso scritto bene, magari letto in riva al mare a una donna dall’animo sensibile.

Uomo qualunque: Ho capito!  Lei usa la poesia per conquistare le donne.

James Bond: No, la poesia piace a me! Per le donne, ho altri sistemi.

Uomo qualunque: La prego, allora, non è che me li vorrebbe insegnare?

 James bond:

Lei è vicino al mio cuore
come fiore di campo alla terra:
mi è dolce come è dolce il sonno
per le stanche membra.
Il mio amore per lei è la mia vita
che scorre nella sua pienezza,
come un fiume gonfio in autunno,
fluente con sereno abbandono.

Tagore. Conosce?

L’uomo qualunque. No, no ultimamente seguo poco il calcio. Comunque bello, bello. Ma adesso la lascio, vado a cercare il mio libro di cucina

Rosalia Catapano & Ferdinando Gaeta

Giugno 2016

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