Tra creare e bigiare

peter-panNell’attesa di sapere qualcosa in più su che cosa ci attende dopo questo governo e per non parlare a vuoto alimentando congetture e fantasie inutili, diamo alcune notizie di altro genere.
In provincia di Novara, e precisamente a Bellinzago Novarese, i ragazzi dell’associazione ‘Quelli del Sabato’ hanno dato vita ad una iniziativa singolare e particolarmente creativa. Hanno riletto, insieme a 18 ragazzi con disabilità, 18 favole classiche (da Cappuccetto Rosso a Pollicino, da Peter Pan a Biancaneve) e sotto la guida di un attore, Francesco Baldi, ne hanno a loro piacimento stravolto/cambiato personaggi, tempi, luoghi e finale. Il tutto poi, con le indicazioni precise dei ragazzi, è stato trasferito a 18 scrittori professionisti che hanno riscritto i testi rispettando la fantasia e lo stravolgimento operati in precedenza.
Opportunamente stimolati, i partecipanti al laboratorio si sono veramente sbizzarriti: storie completamente alterate, principesse che eravamo abituati a vedere buone e pie, sono diventate improvvisamente cattive. Insomma i ragazzi hanno sciolto le briglie e si sono scatenati con l’ immaginazione.
Gli scrittori a cui era stato affidato il compito di riscrivere le favole stravolte, oltre ad averlo fatto seguendo le precise indicazioni dei ragazzi, hanno tutti detto di essere stati colpiti da ‘molta più fantasia di quanto si sarebbero aspettati’.
Alla fine si è trattato di un lavoro di scrittura a quattro mani: i ragazzi ci hanno messo la fantasia e gli scrittori la loro abilità nel raccontarle (le fantasie). Dall’esperienza è nato un libro dal titolo veramente bello: ‘C’era una svolta’. Titolo intelligente ed evocativo che però fa venire in mente quella svolta che invochiamo per tutt’altre cose e di cui non riusciamo a vedere i contorni. Invece, questi ragazzi la svolta l’hanno messa in pratica. Complimenti.

Agli italiani piace bigiare la scuola. Sappiamo da parecchio tempo che è una nostra specialità (una caratteristica). La conosciamo da Pinocchio in poi, solo che ora è stata in qualche modo ratificata, resa nota universalmente. Prendersi dei giorni di vacanza durante la settimana, mentre gli altri vanno regolarmente e scuola, avrà di certo un suo fascino particolare, insomma, noi italiani non riusciamo a farne a meno. Adesso ce lo dice ufficialmente l’OCSE. Nelle due settimane precedenti al test PisaOCSE, da cui la statistica, in tutti gli altri Paesi un ragazzo su cinque era mancato un giorno da scuola. Invece, per noi italiani è stata una débacle assoluta, addirittura un ragazzo su due, il 55%, si è assentato da scuola. Gli effetti di tale mancanza, dicono gli esperti, sono drammatici: chi si assenta tende a farlo spesso e ciò influisce naturalmente sul suo rendimento. Saltare un compito o un’interrogazione non è affatto una ‘furbata’ (può sembrarlo ma non lo è) è solo un atto di sabotaggio contro se stessi, alla fine ci si auto-danneggia irreparabilmente. Infatti, sia le bocciature, sia l’abbandono scolastico sono la diretta conseguenza della frequenza saltuaria. Sembra anche, dicono sempre gli esperti, che nel gruppo classe dove ci sono ragazzi che frequentano a singhiozzo, il clima complessivo e il rendimento generale cali sensibilmente. Insomma, il gruppo, influenzato da un clima poco equilibrato, perde colpi, si innescano meccanismi tali da influenzare tutti gli altri studenti negativamente.
Che dire? Che ci sia questa tendenza da noi, è innegabile. Lucignolo e Pinocchio non sono nati solo dalla fantasia, evidentemente. C’è solo da sperare, vista la troppa disparità con le percentuali di altri Paesi, che nelle due settimane precedenti il test, quelle decisive, ci fosse in atto in Italia una epidemia di influenza, un attacco di cavallette, un clima proibitivo tipo una primavera anticipata che, si sa, porta spossatezza e voglia di dormire e che quindi non c’era deliberata volontà di bigiare la scuola. Magari!

di Francesco Di Lorenzo

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