Alcune poesie di Jolanda Insana
Da: Frammenti di un oratorio, (Viennepierre, 2009)
Opera di Jolanda Insana pubblicata in occasione del centenario del Terremoto di Messina del 28 dicembre 1908.
accurrìti accurrìti gente
me figghia me figghia
portate una scala
me figghia
’na scala ’na scala
pigghiate me figghia
accurrìti accurrìti
u focu u focu
sa mancia
viva
a fini du munnu
a fini da so vita
viniti curriti
’na scala
tièniti tièniti
figlia
**
scanto
scanto grande
e mascelle serrate
narici aperte per assecondare il respiro
strette le chiappe per darsi un contegno
molli le gambe nel sobbollimento
di terra e mare
e gli occhi aggrottati
nel boato
finita
è finita la vita
ma riprende a fiatare
disserra la bocca
si tocca la testa
con due dita si carezza le guance e trema
non sa cosa c’è dietro la porta
di lì è passata la morte
**
impazzirono
e avevano sete
e non avevano acqua
e nudi correvano
alle finestre senza vetri
al balcone franato
con gli occhi insanguinati
in pianto
*****
quand’è il caso
mi calo la visiera
e do coltellate di bellezza
**
pupara sono
e faccio teatrino con due soli pupi
lei e lei lei
si chiama vita
e lei si chiama morte
la prima lei percosìdire ha i coglioni
la seconda è una fessicella
e quando avviene che compenetrazione succede
la vita muore addirittura di piacer
da L’idiota sottostante
[…]
in sogno mi buchi le labbra
con ago e filo
le trapunti e ci fai l’orlo
mi cuci la bocca
per non sentire la mia voce
Jolanda Insana, poetessa messinese, è morta il 27 ottobre 2016, era nata nel 1937. Ha scritto: Sciarra amara, Fendenti fonici, Il collettame, La clausura, Medicina carnale, L’occhio dormiente, La stortura, La tagliola del disamore, Tutte le poesie 1977-2006, Satura di cartuscelle, Frammenti di un oratorio per il centenario del terremoto di Messina, Milano, Viennepierre, 2009, Turbativa d’Incanto,