Ricchi premi e cotillon

Il merito scolastico ormai viene  misurato con le regole  televisive. Quel che non poté Gelmini, lo ha messo in pratica, o dice di volerlo fare, il ministro Profumo. ‘Il miglior alunno dell’anno’ e ‘la migliore scuola’ votati,  chissà,  forse con il televoto. Alla fine ricchi premi ai vincitori e  festa finale con la partecipazione di tutti. Niente contro la società dello spettacolo, diceva in un suo libro  il sociologo Alberto Abruzzese, bisogna accettare che essa esiste e che è tra noi, c’è poco da fare. A patto, però,  che dietro lo spettacolo si trovi la sostanza. Ci sia  un impianto ben fatto a sostenere l’impalcatura. Ed è proprio qui che i dubbi si fanno pesanti. Un’idea di scuola dov’è?  Se il precedente governo era impegnato in una evidente lotta concettuale contro la scuola (almeno quella pubblica), il governo attuale si attesta su posizioni ‘zigzaganti’, consegnandoci un percorso da ubriachi.  I concorsi alla vecchia maniera ne sono l’esempio. E banalizzare in questo modo il merito, è solo un tentativo maldestro di dare indicazioni che alla prova dei fatti risultano assai fuorvianti.

Non sarebbe più utile,  da parte del ministero,  esplicitare un’idea di scuola meno generica  in modo che si possa  sviluppare qualcosa di concreto?  Domanda inutile.

2.

Tanto per aumentare il caos, sul problema degli  accorpamenti scolastici c’è tutto da rifare. La Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del provvedimento che fu caldeggiato da Tremonti per risparmiare 63 milioni di euro.  Ogni scuola doveva essere costituita da un minimo di 600 alunni ad un massimo di 1000. Pur se preso dal precedente governo, il provvedimento è stato portato avanti dall’attuale esecutivo,  ed ha creato non pochi disagi e proteste per via del fatto che gli accorpamenti si sono rivelati,  in fin dei conti,  delle effettive soppressioni di scuole. Insomma, visto che bisognava tagliare, allora si è pensato bene di fare le cose in grande e risparmiare qualcosa in più  eliminando,  ad esempio,  solo nella regione Lazio 109 scuole. Si è letto che in provincia di Firenze c’era l’ipotesi di accorpare in un’unica scuola 1800 alunni. Ora però tutto si è fermato. La patata bollente passa alle Regioni. Sono loro le istituzioni competenti nel dettare le norme in questa materia (per via del titolo V della Costituzione). Un problemino in più, e non da poco, che il ministero deve affrontare per l’inizio del prossimo anno scolastico. A meno che,  non si faccia come sempre. Si  inizia la scuola nel caos più totale,  con i disagi che diventano una pratica collettiva, accettata e subìta.

3.

Finisce un altro anno scolastico, difficile come gli altri precedenti, specie gli ultimi.  Un pensiero a tutti gli alunni che nonostante gli ostacoli distribuiti ad arte sul loro percorso,  hanno ‘sopportato’ con grande spirito di sacrificio, evitando le difficoltà più eclatanti e portando a casa risultati onorevoli e in alcuni casi ottimi. E non era prevista nessuna premiazione.

di Francesco Di Lorenzo

 

foto di paloval
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