Percentuali fisse e inutili

1.Per Elena Centemero, coordinatrice nazionale scuola del Popolo della Libertà, gli insegnanti italiani sono troppi. È un discorso già conosciuto, più volte riproposto. Rispetto a Francia e Germania, prosegue l’esponente politico, abbiamo in Italia meno alunni per insegnante. Naturalmente, è stato fatto notare da esperti e studiosi che all’estero, ad esempio, i 90mila insegnanti di sostegno che ci sono da noi (dati 2009) non sarebbero pagati dal ministero dell’Istruzione. E di conseguenza all’estero il conteggio è differente. Già così, il rapporto alunni-docenti salirebbe; ma se si aggiungono anche i quasi 27mila insegnanti di religione che il ministero regolarmente paga pur non scegliendoli, allora percentuali e numeri si rivelerebbero del tutto diversi. E i ragionamenti conseguenti senza alcun senso.

Naturalmente, agli esponenti del partito che ha ‘tagliato’ senza tregua sulla scuola negli ultimi tre anni, conviene dire che “la qualità della scuola non dipende dal numero degli insegnanti ma dalle loro capacità”. Giusto, ma che c’entra? Magari con i soldi risparmiati si potrebbe avviare un piano di formazione e di aggiornamento per gli insegnanti più vecchi d’Europa (e peggio pagati), piuttosto che obbligarli a fare verifiche e prove (Invalsi?) non condivise, o almeno mediamente inutili, visto che, alla fine, fissano dati e classifiche che sono già sotto gli occhi di tutti.

2.

Naturalmente, dopo l’incidente al pullman dei ragazzi belgi (era scontato che avvenisse) a le notizie sull’utilità o meno delle gite scolastiche si susseguono senza sosta. C’è chi mette in risalto che tra gli insegnanti quasi nessuno vuole più farle, per la troppa responsabilità. C’è chi dice che sono superate perché ormai gli studenti hanno opportunità di viaggiare anche al di fuori della scuola: una volta non era così, ma si tratta di tantissimi anni fa. Ad ogni modo, la gita scolastica ha un’attrazione speciale che solo i ragazzi percepiscono. Le sensazioni, i ricordi, le esperienze che si vivono non sono assimilabili ad altri viaggi. E le circolari sulle gite, almeno questo, da noi sono precise e impongono molti obblighi agli organizzatori. Ma come si fa a calcolare l’imprevisto?

3. 

La notizia è questa: la Corte di Cassazione ha aumentato di cinque euro l’ammenda che una mamma dovrà pagare perché suo figlio si è assentato da scuola per il 70% del tempo. Il giudice di pace sembra che avesse ordinato alla signora il pagamento della pena di 15 euro, che ora dovranno passare a 20, per non aver saputo giustificare il motivo delle assenze. La notizia avrà certamente un suo valore di natura giuridica che nessuno disconosce, però, per altri versi, non si sa se ridere o piangere. O fare semplicemente fare silenzio. A scelta.

 

di Francesco Di Lorenzo

 

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