La cunetta

Angelo vide con la coda dell’occhio qualcuno che cercava con i gesti delle mani di fermarlo. Era sera tardi, tornava a casa da una cena con amici e quella strada che evitava il centro non era abituato a farla. Cercò anche di frenare, ma era in curva e non si vedeva bene, sembrava un uomo che spuntava dal fossato al limite della carreggiata. Aveva le mani alzate ed era come se cercasse aiuto.  Comunque,  non ebbe il tempo di frenare e proseguì. Anzi, ad un certo punto accelerò per arrivare subito a casa. Solo che un pensiero lo bloccò. Chissà cosa sarà successo dentro la cunetta? e se c’è qualcuno che ha bisogno di aiuto? Magari un bambino. Però può essere anche qualcuno che si inventa la scena per una rapina. Ci penseranno altri automobilisti, concluse. Ma dopo neanche cento metri, già invertiva la marcia e tornava alla curva maledetta. La scena era cambiata però. Ora c’erano due giovani con i giubbotti di pelle e l’aria per niente rassicurante. Voleva tirare dritto ma si fermò, voleva capire. Capì poco. I due lo immobilizzarono, gli presero il portafogli, l’orologio e il cellulare, e mentre uno lo teneva per le braccia, lui sferrò un calcio di rabbia all’altro che lo alleggeriva. Fu un istante: il giovane gli poggiò la pistola al centro della fronte e sparò.

di Francesco Di Lorenzo

 

foto di Foto Senigallia e dintorni #2
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