Genesi

Il lunedì era sempre incazzato. E quel lunedì lo era ancora di più. Tutto quel buio, quelle masse informi e maleodoranti gli davano ai nervi. Aveva bisogno di sfogarsi.  Perciò separò il cielo dalla terra e le acque dalle acque, e mise nel firmamento un’enorme sfera di fuoco che illuminò tutte le cose, ed emersero montagne e colline,  e verde erba ricoprì la brulla terra, e piante diedero frutti e semi da mangiare, e freschi ruscelli portarono in ogni luogo l’acqua buona da bere, e animali di tutte le specie presero a crescere e a moltiplicarsi.

E tutto era pace e quiete.

Un altro al suo posto si sarebbe ritenuto appagato.  Comodamente seduto su una nuvola avrebbe ammirato orgoglioso il lavoro fatto e si sarebbe goduto quel po’ po’ di paradiso. Dopo sei giorni di sfacchinate senza sosta, si sarebbe finalmente riposato. Un altro. Ma non lui.  Lui doveva sempre strafare. Dimostrare di essere il primo in tutto. E poi, oltretutto,  non era neanche tipo da stare con le mani in mano. Aveva continuamente bisogno di fare qualcosa altrimenti si annoiava.

Per questo, il settimo giorno, creò l’uomo.

 

Ferdinando Gaeta

foto di f/orme

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