Schifo di guerra

guerra 2Se quella guerra non fosse stata lo schifo che era, forse, chissà, saremmo riusciti a passare nelle retrovie. Ma i crucchi non sono esseri umani, sono macchine. Sparano a qualsiasi cosa si muova e non sbagliano mai. Pasquale era dietro di me. L’ho sentito cadere senza un lamento. Mi sono accucciato vicino a lui e strisciando con la faccia nel fango l’ho trascinato in una fossa.  Siamo rimasti lì tutta la notte. Buttato vicino a lui, sono stato a guardarlo mentre digrignava la bocca e piano piano diventava freddo come il plenilunio congestionato nel mio silenzio.

Schifo di guerra. Schifo di mondo. Schifo di tutto. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita.

di Ferdinando Gaeta

 

(Esercizi di scrittura: dalla poesia alla prosa. “Veglia” di Giuseppe Ungaretti)

 

Veglia

Un’intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d’amore

 

Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita.

 

Giuseppe Ungaretti

 

 

 

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