I colori del cielo

La cella 26 era l’unica in tutto il penitenziario da dove si vedeva un pezzetto di cielo. Il galeotto Pietro Brogo la considerava una fortuna. Nei suoi sei anni di permanenza al Santa Kaudina aveva cambiato decine di celle e da tutte, quando si avvicinava alla finestra, non si vedevano che altre finestre con altre sbarre, tutte uguali a quella da cui si stava guardando. Invece in quella della cella 26, nel quadratino in alto a sinistra, uno spazio di undici centimetri per sei, si vedeva il cielo. Grazie a quella finestra Pietro Brogo aveva imparato a conoscerlo e ne era rimasto affascinato. Prima, quand’era libero, se qualcuno gli avesse chiesto di che colore fosse  avrebbe risposto: “Blu, come vuole che sia il cielo? Blu, che altro?”  Ora invece, dopo tanto guardare, ne avrebbe potuto parlare per ore. Avrebbe potuto elencare centinaia di colori e migliaia di sfumature, dall’azzurro al cobalto, dal grigio perla al rosa tenue, per non parlare delle nuvole…

di Ferdinando Gaeta

foto di Bram & Vera
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