Un incubo dal passato

Agli inizi del novecento era la principale causa di morte sia in Europa  sia negli Stati Uniti. Poi le migliorate condizioni di vita e la scoperta di potenti farmaci l’avevano quasi vinta. Sembrava dimenticata. Cancellata per sempre dall’immaginario collettivo. Eppure, ancora oggi, ogni anno uccide due milioni di persone nel mondo. E’ la tubercolosi. Meglio conosciuta come Tbc.  Una malattia contagiosa che si trasmette per via aerea mediante un batterio, il Mycobacterium Tubercolosis, detto anche Bacillo di Koch dal nome dello scienziato Robert Koch che lo scoprì nel 1882. Generalmente interessa i polmoni anche se ne può essere colpito qualsiasi organo.  Il contagio può avvenire per trasmissione da un individuo malato tramite saliva, starnuto o colpo di tosse ed è reso più probabile in presenza di fattori di rischio concomitanti quali precarie condizioni socio-sanitarie, presenza di immigrati provenienti da Paesi al alta endemia, sovraffollamento, povertà, ecc. Lo ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha dedicato la giornata del 24 marzo 2012 proprio alla lotta contro la Tbc considerata un grave problema di sanità pubblica a livello mondiale con oltre 9 milioni di nuovi casi ogni anno. Per l’occasione l’Oms si è posta come obiettivo di dimezzare il tasso di prevalenza della Tbc e il numero dei decessi entro il 2015. In Italia però, precisa il Ministero della Salute, l’incidenza di questa malattia è di circa 7 casi ogni 100mila abitanti e, quindi, “a bassa incidenza”. I gruppi più a rischio sono persone di nazionalità straniera, gli anziani sopra i 65 anni e, per ovvi motivi, i lavoratori dei servizi sanitari e socio-assistenziali. A Milano, per esempio, su 400 nuovi casi diagnosticati ogni anno, il 70% riguarda cittadini stranieri. Fortunatamente la guarigione è intorno al 73% e, addiritttura, a Villa Marelli (ASL Milano) arriva al 95%.

Ma nella giornata mondiale contro la Tbc non si può non ricordare Vincenzo Monaldi, primo Ministro della Sanità nel 1958. Monaldi, oltre che politico, fu un illustre medico che si dedicò  proprio alla ricerca nel campo della tubercolosi e delle malattie respiratorie. Fu per questo apprezzato non  solo in Italia ma in tutto il mondo tanto da essere nominato membro della Reale Società di Medicina di Londra e  membro di  Accademie di medicina in varie nazioni. Dopo la sua morte il “Sanatorio Principe di Piemonte” di Napoli venne chiamato con il suo nome.

di Ferdinando Gaeta

 

 

foto di Biblioteca de Arte-Fundação Calouste Gulbenkian
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