Un bicchierino di rum

Durante la guerra gli aveva salvato la vita. Per questo Pedro gli faceva credito. Peppino era l’unico in tutta Montevideo a poter entrare nell’Eldorado e bere tutto il rum che voleva senza che nessuno gli chiedesse il conto.

Lui però non ne approfittava. Ci andava solo quando si sentiva giù e aveva bisogno di un po’ di calore.  La vita non girava bene per lui. Una volta sì. Era ufficiale dell’esercito. Battaglioni di uomini tremavano alla sua sola vista. Qualunque cosa gli servisse non aveva altro da fare che chiedere. Ora invece se la passava male. Per sopravvivere era costretto a fare di tutto: dall’operario al rappresentante. Viveva con  moglie  e  figli in uno stanzone  all’ultimo piano di un palazzo decrepito  dove non c’era neanche il bagno. Per questo ogni tanto andava da Pedro, per consolarsi un po’. Si sedeva al banco e cominciavano a bere. Un rum dopo l’altro. Dopo il quarto cominciava a dire un sacco di fesserie. Parlava di comprare palazzi, terre, mandrie di vacche…

– Un giorno comprerò un’isola, Pedro, e tu sarai sempre mio ospite, – diceva.

L’amico annuiva come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo. Passava per l’ennesima volta lo straccio sul banco e gli riempiva un altro bicchierino. Oramai c’era abituato. Non ci dava più peso.

Questa frase però gli ritornò in mente anni dopo quando ricevette una lettera dall’Italia. Diceva pressappoco cosi:

 Al señor Pedro Alvarez

La S. V. è invitata a trascorrere, in qualità di graditissimo ospite,  un periodo di riposo nell’isola di Caprera per il tempo che più riterrà opportuno.

Firmato

generale Giuseppe Garibaldi

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di Ferdinando Gaeta

foto di LollyKnit

 

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