Tra esami e sprechi

L’ex ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer si è pronunciato sugli esami di Stato. Ha detto che il nostro esame finale ha bisogno di una manutenzione, di un aggiornamento.
Quando, sotto la sua direzione ministeriale,   si mise mano alla vecchia maturità eravamo  nel 1997, ed erano trascorsi  28 anni dall’entrata in vigore dell’esame sperimentale diventato ormai una specie di barzelletta.  Infatti,  si portavano all’esame orale solo due materie, una scelta dallo studente e una dalla commissione. Insomma, allora riformare fu un atto dovuto e necessario,  ma Berlinguer  ha detto che è il tempo di fare un altro passo avanti. Ad esempio,  smetterla con il rito della composizione e dell’interrogazione.  Prevedere, invece,  una serie di verifiche in itinere,  durante il corso del quinquennio, fatte sia dalla scuola di appartenenza sia da agenzie esterne. Con più materie insieme da verificare e inventando formule nuove, più adeguate ai tempi che viviamo. Non disdegnando di guardare anche in casa d’altri in Europa, come l’Inghilterra.
Certo che il rito della prova finale,  con tutto il carico di avventura che porta con sé, non è forse l’unica soluzione per decidere e controllare la preparazione dei nostri giovani. E qualcosa bisogna pur fare.
Sono tutti invitati a sbizzarrirsi per trovare soluzioni valide.
2.
La direttrice del Laboratori Nazionali del Gran Sasso, Lucia Votano, fisica nucleare, in una sua intervista, mette in rilievo che per quanto riguarda le materie scientifiche, scontiamo in Italia un ritardo culturale non indifferente.
Fa un esempio interessante e sul quale bisognerebbe riflettere: dice che una persona mediamente istruita in Italia,  mentre si vergogna  un po’ – o molto a seconda dei casi – nell’ammettere di non conoscere Petrarca,  con assoluta indifferenza  e anche con un sorriso, riesce a dire  che non capisce nulla di matematica e fisica.
In effetti, volenti o no, è così. È proprio la scuola com’è strutturata che relega le materie scientifiche in secondo piano, in  una posizione laterale per quanto riguardo la cultura in generale. E di questa tendenza siamo portatori (noi crediamo sani) quando addirittura non ne andiamo fieri.
Ad onor del vero, bisogna anche dire  che al minimo tentativo di invertire  questa tendenza, di provare a mettere le materie scientifiche sullo stesso piano di quelle umanistiche, ci sono state, da tutte le parti,  levate di scudi. Il vessillo della sana scuola umanistica di tradizione Gentiliana, con l’ emblema del  liceo classico  da non azzardarsi a toccare, sono stati negli anni tormentoni puntuali e cadenzati. Col risultato che nessuno ne parla più.
3.
La notizia ha dell’incredibile. La provincia di Napoli ha continuato a pagare la cifra di un milione e 700mila euro per una scuola che non esisteva più dal 1999. Praticamente,  una volta scaduto il contratto per uno stabile in cui era ubicato  un istituto di secondaria superiore, e la scuola si era trasferita in altra sede, si è continuato a pagare il canone. I proprietari naturalmente hanno lasciato scorrere i soldi nelle proprie tasche. Nessuno ha controllato. Adesso,  l’assessore di allora dà la colpa ai dirigenti, i dirigenti  alla Provincia,  che è tenuta  a pagare gli affitti.
 Addirittura è successo che i proprietari della scuola fantasma avessero chiesto e ottenuto dei risarcimenti per delle azioni di raid teppistici che erano avvenute nella scuola vuota.
Va da sé che  abbiamo pagato noi contribuenti. Ma,  va da sé anche che quando si parla di tagliare gli sprechi ci vengono dei dubbi. Specie sul fatto che per alcuni lo spreco siano gli insegnanti.
Tag: Esami di Stato, Luigi Berlinguer, verifica finale, studio delle scienze, tradizione Gentiliana,  sprechi.
di Francesco Di Lorenzo
foto di iodemocratico.it

 

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