Soldati

Il sole era alto nel cielo, ma neanche troppo alto. Forse il sole quel giorno non c’era proprio in cielo, ma a Maria questo non importava granchè.

La sua vita si era chiusa definitivamente qualche anno prima, il giorno in cui le era giunta la notizia che suo figlio Mario, il suo adorato Mario, era caduto in battaglia. Beh, non proprio in battaglia, era caduto facendo il suo dovere. Era lì che controllava le strade, in quel posto sperduto e così diverso da quelli conosciuti, e c’era stato l’attentato. Tutto finito. Addio sogni, addio Giulia, addio a tutti quanti. Maria avrebbe voluto morire subito anche lei, ma le era toccato lo strazio di vivere con questo dolore. Inutile dolore. Il dolore è quasi sempre inutile, aveva pensato, non serve, ad esempio, a far tornare indietro chi hai perso. E allora, a che serve?

Solo una cosa poteva fare il dolore, pensò quella mattina Maria, ti può far capire, stare vicino idealmente, a chi un giorno vivrà le tue stesse sensazioni.

Proprio in quel momento Anna sentì nelle orecchie un fischio acuto e prolungato. Si era appena svegliata e come sempre aveva pensato a suo figlio lontano, in missione. Si consolò dicendosi, un fischio non è niente, non è una bomba, cosa vado a pensare…e continuò a preparare il caffè.

di Francesco Di Lorenzo

 

foto di tote_nos francesco roveta

 

 

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