Selfie con l’autore: Simona Carosella

Simona Carusella 2Il suo romanzo d’esordio si intitola “Il beneficio del buio”. Lei è Simona Carosella, una giovane scrittrice e cantautrice napoletana. La incontriamo davanti al teatro Bellini. E’ una ragazzina acqua e sapone, educata, disponibile e riservata. Ci fa quasi tenerezza. Vorremmo non farle le nostre domande bastarde, ma, purtroppo per lei, il contratto ce lo impone.

 

D. Hai mai pensato a quanti alberi sono stati abbattuti per stampare il tuo libro?Non ti senti un po’ in colpa?

R. Effettivamente adesso che mi ci fai pensare, un po’ mi sento in colpa. Ma la natura è un ciclo no? Alberti tagliati, libri strappati, riciclaggio e…nuovi alberi. E nuovi libri, scritti da me ovviamente. Faccio parte del ciclo della natura.

 

D. Riesci a dirci, a parole tue, di cosa parla e dove è ambientato.

R. Il romanzo tratta di giovani ragazzi che fanno parte di una band, beneficio del buioin primis Elio e Cristina, due fratelli, due ragazzi normali. La nuova frontgirl della loro band si chiama Silvia ed è una ragazza difficile con cui avere a che fare. E’ presuntuosa e si comporta da prima donna, eppure un altro lato di lei sembra fortemente attratto dalla loro normalità e dell’autenticità delle loro vite. Silvia sconvolgerà tutto, e quella che sembra una commedia giovanile si trasforma in un thriller psicologico da mozzare il fiato.

 

D. Qualè il vero motivo che ti ha spinto a scriverlo, oltre al fatto che non ti funzionava la TV?

R. La verità è che era rotto anche il computer, quindi sono andata a chiudermi in un convento di suore clarisse per ritrovare il mio vero essere e lì ho trascritto il romanzo sulla pergamena come gli amanuensi medievali. È un’esperienza che ogni scrittore dovrebbe fare.

 

D. Quanto c’è di autobiografico nei tuoi personaggi?

R. Solo la musica. Tutta la musica che racconto è vera, fa parte della mia vita, non avrebbe potuto essere altrimenti. Il resto l’ho inventato, perché la mia vita non è poi così interessante!

 

D. Tu, non solo scrivi, ma suoni, canti, componi e studi lingue all’università. Dove trovi il tempo per fare tutte queste cose?

R. Non lo so. Me lo chiedo anche io. Credo che quando si ha davvero passione per qualcosa, si trova sempre il tempo per farla.

 

D. Quanta musica c’è nel tuo romanzo?

R. Tanta. Anzi tantissima.

 

D. Hai avuto difficoltà a scrivere in italiano?

R. Sì, direi che la mia mente sta prendendo sembianze anglofone e presto dimenticherò completamente l’italiano.

 

D. Quali sono i tuoi rapporti con la casa editrice “Homo Scrivens”?

R. Adoro Homo Scrivens. Sono come una famiglia, una “editrice casa”, come dicono spesso. Aldo Putignano si è occupato personalmente dell’editing del romanzo e abbiamo deciso insieme ogni cosa, dalla copertina alle frasi da mettere sulla quarta. Mi sono sentita come una bambina che viene guidata, alla quale vengono insegnate cose nuove. Credo che Homo Scrivens resterà sempre nel mio cuore anche quando vincerò il Nobel.

 

D. Sei più contenta se qualcuno ti dice che sei bella o se ti dice che sei intelligente? (Ben sapendo che in entrambi i casi si tratta di una bugia).

R. “Come sei bella” è sempre meglio di “come sei intelligente”. Che sono intelligente lo so già, la bellezza…meglio sentirselo dire ogni tanto!

 

D. Qual è il personaggio del Beneficio del buio a cui sei più affezionata?

Simona CarosellaR. Cristina. E’ un personaggio che ho inventato quando avevo 10 anni e nel corso della mia infanzia e adolescenza avrò scritto decine di storie che hanno lei come protagonista. Ne “Il beneficio del buio” finalmente ha trovato la sua identità.

 

D. Il 27, 28 e 29 maggio 2016 all’Arca’s Teatro di Napoli andrà in scena uno spettacolo teatrale tratto dal tuo romanzo. Che effetto ti fa sapere che i tuoi personaggi prendono vita sul palcoscenico?

R. Sono molto emozionata e non vedo l’ora di leggere (e correggere) il copione che mio padre sta scrivendo. Penso sarà un’esperienza surreale, i personaggi sono una cosa che inventi, vivono nel cervello e lì dovrebbero rimanere. Adesso invece li vedrò in carne ed ossa. Mi sento come una madre che incontra i proprio figli dai quali è stata separata alla nascita. Troppo melodrammatico? Okay, allora sono emozionata e basta.

 

D. Dopo questa esperienza pensi di continuare a scrivere o non credi sia meglio dedicarti a qualcosa di più utile? Che so? L’uncinetto, il decoupage, le torte …

R. Le torte mi sembra una buona idea. La pasticceria è un’arte sopraffina che richiede studio e precisione…mica come i libri? Ormai li scrivono tutti, si è capito

 

D. Dove possiamo trovare altre notizie sulle tue molteplici attività?

R. Potete consultare la mia pagina Facebook “Deva – Artist”, dove posto tutte le novità riguardanti la mia attività musicale ma anche riguardo il romanzo: appuntamenti, presentazioni, canzoni, album, video. Ci trovate anche sproloqui e tante altre cose, ma potete far finta di non vederle!

 

D. Grazie dell’intervista … ah scusa, un’ultima cosa. Abbiamo dimenticato la colazione a casa, ti dispiace se ci mangiamo le tue merendine? Grazie.

R. Prego, prendetele pure. Io tanto preferisco la colazione all’inglese.

 

 di Ferdinando Gaeta

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