Selfie con l’autore: Rosaria Rizzo

20150730_190052Incontriamo Rosaria Rizzo alla presentazione del suo libro “Immobili ombre”. È una bella donna, alta, curata nel vestire. Da lontano sembra quasi una scrittrice. Ci accoglie con un sorriso smagliante, ignara di quello che le sta per succedere.

D. Ogni giorno vengono pubblicati in Italia 170 libri di cui il 35% è destinato al macero. Era proprio il caso di scriverne un altro?

R. Ho tenuto conto di questa statistica, così, per ridurre il danno ambientale, il romanzo è ridotto: 135 pagine, ringraziamenti inclusi. Confesso che ho anche valutato l’ipotesi di raccontarlo come un cantastorie, ma ho avuto difficoltà a procurarmi un carretto siciliano.

 

D. Di cosa parla “Immobili ombre” e dove è ambientato?

R. Il libro si apre sulla figura di Maria, una donna di mezza età, madre single, che vive sospesa nelle emozioni, in riflessione sul proprio corpo che cambia, e che fa fatica a mettere insieme i pezzi della propria vita, costretta a ritornare nei luoghi della sua infanzia e a fare i conti con il propriopassato. In una masseria di campagna, vecchia proprietà di suo nonno, è stata, infatti, ritrovata, nascosta tra i rovi e le radici di un albero d’ulivo, una tomba in stato d’abbandono. L’identità della salma è sconosciuta: c’è solo un nome, Nina, e una data, 1941. Nel viaggio che cambierà la sua vita, Maria è accompagnata da personaggi pittoreschi, come Girolamo l’idiota; il Podestà e sua moglie Donna Isabella Massafra, il parroco, Mamara la santona e la famiglia Mogavero, tutte ombre di un passato ignoto. L’ambientazione, invece, è un paese della provincia, come ne esistono tanti nel Sud e in Italia. È un non luogosospeso tra il vuoto e l’oblio: fuori nulla mutato, perché è dentro che tutto accade.

 

D. Quale è stata la vera molla che ti ha spinto a scriverlo?

R. Immobili ombre è ispirato a una storia vera, quella di Nina, della quale sono venuta a conoscenza, molti anni fa. La sua storia puzzava di marcio, di odio, d’ignoranza e di violenza e l’ho voluta tenere un po’ distante perché temevo mi potesse sporcare.Poi un giorno ho messo la mia vita e quella di Nina allo specchio e mi sono accorta di quanto, in realtà, ci somigliavamo e quanto lei somigliasse a tante donne che conoscevo. Da qui la voglia di raccontare di lei per raccontare di tutte. La sua solitudine silenziosa mi è sembrata un esempio, un atto rivoluzionario, e così ho deciso di fare ricerche più approfondite per scoprire il segreto che si celava dietro la sua vicenda. La sua storia ha un valore sociale. Oggi Nina, finalmente, è uscita dall’oblio durato settantaquattro anni, nel quale era stata ricacciata. Io sono stata solo lo strumento che le ha dato voce.

 

D. Quanto c’è di autobiografico nei tuoi personaggi?

R. Non lo so, non ci ho pensato, in realtà ho voluto scrivere di ciò che conoscevo, di cui ho fatto esperienza. Temevo di sbagliare, per cui mi sono agganciata a fatti e sensazioni realmente vissuti. Sono molto rigorosa e pignola nella scrittura.

 

D. Pensi che un uomo, attraverso la lettura del tuo libro, abbia la possibilità di capire qualcosa di più dell’animo femminile?

R. Immobili ombre è un romanzo che parte dal corpo per il corpo, immobili ombredove è messo in risalto il potere di genere con un maschile, senza una sapienza del corpo, che è ridotto a genitalità, mente, forza fisica, potere, e un femminile, che invece è sapienza del corpo, che anche quando si fa subalterno al maschile, mette sempre in campo questa sapienza. Dico sapienza e non istinto. Il libro è anche il tentativo di sollecitare una riflessione sulla diversità, sulla fragilità dell’essere umano, sulle sue contraddizioni, sulle dinamiche delle comunità chiuse e su quanto, talvolta, si può rimanere imbrigliati dalla storia. Lascerei al lettore la propria interpretazione: il libro un po’ s’indossa e a ognuno calza come meglio crede.

 

D. Scrivere un libro richiede un grosso impegno. Dove hai trovato il tempo e, soprattutto, ne è valsa la pena di sprecarlo così?

R. La scrittura non è mai tempo sprecato, come la lettura del resto. Certo avrei potuto scegliere di fare shopping o darmi all’ippica. Ho trovato più stimolante trascorrere il mio tempo con il romanzo che mi tormentava l’anima anziché strigliare un cavallo.

 

D. Sappiamo che sei una napoletana verace. Hai avuto difficoltà a scrivere in italiano?

R. I vostri informatori sono poco attendibili, spero non li abbiate pagati! Non sono una napoletana verace perché in me scorre anche sangue Salentino. Sono una meridionale verace, questo sì. Ho tutte le dominazioni, che per secoli si sono susseguite nel nostro Sud, che hanno forgiato il mio carattere. Pertanto, essendo linguisticamente un’ibrida, per essere letta da tutti mi sono consegnata a un editor d’eccezione: Aldo Putignano, Direttore della casa editrice Homo Scrivens che ha pubblicato Immobili ombre.

 

D. Quali sono i tuoi rapporti con la casa editrice “Homo Scrivens”?

R. Amorosi. Homo Scrivens, anche Compagnia di Scrittura, è una casa editrice coraggiosa e con grandi professionalità al suo interno. Lo spirito di collaborazione e confronto è la sua filosofia. Una bella realtà napoletana, che non fa pagare i suoi autori per pubblicare, e che mi ha insegnato a stare insieme nell’atto solitario della scrittura. Quando si pensa a uno scrittore, lo s’immagina solo, in combutta con la pagina bianca. Ebbene, combattere, in un confronto continuo con altri autori, il proprio il foglio bianco aiuta a riempire di parole il vuoto.

 

D. Sei più contenta se un uomo ti dice che sei una bella donna o se ti dice che sei una grande scrittrice?

R. Sono contenta se un uomo mi dice che sono una granbellaautrice.

 

D. Qual è il personaggio a cui sei più affezionata?

R. Dalle indagini che ho fatto sulla vicenda di Nina, ho scoperto un mondo ricco di spunti narrativi che ho ritenuto di portare a conoscenza, perché meravigliosi e incredibili. Uno di questi è Girolamo Calzanella, un personaggio realmente esistito, al quale il Podestà dell’epoca, rilasciò il certificato con la qualifica d’idiota. Girolamo è lo scemo del paese più dolce, sensibile e affettuoso che ci sia al mondo. Una presenza pura e alla ricerca della sua identità che s’innamora di Nina, nonostante lo scandalo. Non può farne a meno, perché l’amore è la sua natura.

 

D. Di quei 170 libri pubblicati al giorno di cui parlavamo prima, il 60% non vende neanche una copia. Tu sei riuscita a venderne qualcuna?

R. Sembrerebbe di sì, visto che a oggi (N.d.R.12/08/2015) il romanzo è alla sua terza ristampa. Se volete, vi fornisco l’elenco dettagliato di tutti coloro che l’hanno acquistato.

 

D. Dopo questa esperienza pensi di continuare a scrivere o non credi sia meglio dedicarti a qualcosa di più utile? Che so? L’uncinetto, il decoupage, le torte …

R. L’uncinetto mi piace, il decoupage un po’ meno, le torte, invece, mi sanno tanto di nonna Belarda. Credo sia meglio continuare a scrivere ancora un po’. Ci ho provato gusto.

 

D. Dove possiamo trovare qualche notizia più piccante sul tuo conto?

R. Sono una donna riservata e convinta che un’aurea di mistero rende una persona più affascinante. Non è escluso che faccia come J.D. Salinger. Se dovesse accadere, per cortesia, non fate appelli a Chi l’ha visto.

 

D. Grazie dell’intervista … ah scusa, un’ultima cosa. Puoi pagare tu il caffè al bar, siamo usciti senza portafoglio? Grazie.

R. Non è molto galante far pagare il caffè a una signora. Del resto cosa potevo aspettarmi da tipi come voi.

 

Grazie per il complimento, sei molto gentile … alla prossima intervista sul decoupage.

 

di Ferdinando Gaeta

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