Nonostante la buonascuola

scuolaSe la ‘buonascuola’ e la sua approvazione sono state al centro del dibattito per l’anno 2015, attendiamoci le conseguenze in quest’anno appena iniziato.
Certo, chi è stato assunto stabilmente guarda il nuovo anno con occhio asciutto e felice, tutti gli altri un po’ meno. Oltre ai non assunti che dovranno affrontare il concorso, c’è da annoverare tutto il caos scatenato nelle scuole a metà dicembre da spostamenti, arrivi e partenze di docenti e il conseguente disagio sofferto dagli studenti.
Ma di queste difficoltà si dice poco, come se non si potesse criticare un’operazione che andava gestita meglio, senza sovrapposizioni e rinvii, senza andate e ritorni inutili, senza rimandare decisioni che andavano prese al momento.E senza contare che quest’anno tra concorso, mobilità e nuova formazione, le novità saranno molte e non tutte ad alta digeribilità. Insomma, se pure la sbandierata riforma è ancora in fieri e non si sa che cosa succederà e come andrà a finire la questione, sarebbe un’offesa all’intelligenza non vedere e soprattutto non criticare le cose che nella scuola non vanno. Non si può e non si deve nascondere il caos che si vive, e il relativo disagio che gli studenti soffrono.
Intanto, ci sono precari che non ricevono lo stipendio da settembre, e altri docenti entrati con il potenziamento, che non lo ricevono da novembre. Sì, va bene, secondo il Miur è solo una questione di comunicazione mancata tra ministeri, ma resta il fatto che ‘si deve pur mangiare’. Per dire che i supplenti hanno bocca e stomaco (e testa) come tutti gli altri.

A Milano si è avuta dalla scuola una prova di democrazia effettiva e sul campo. In una scuola a pochi passi dal Duomo, si è svolta un’assemblea di genitori per portare a conoscenza un caso di intimidazione mafiosa. Ma l’antefatto è questo: ad ottobre, uno sconosciuto aveva chiesto alla baby sitter dei due figli di un imprenditore, se i bambini fossero i figli di Calì. E questo è proprio il cognome dell’imprenditore palermitano che si è trasferito a Milano nel 2011 in seguito a minacce mafiose, scelta fatta per far vivere alla sua famiglia una vita ‘normale’. Quindi una linea di continuità minacciosa che non si è interrotta.
L’idea di far conoscere l’accaduto attraverso un’assemblea era stata però osteggiata da una rappresentante dei genitori. La signora in questione aveva scritto una lettera nella quale chiedeva che i bambini fossero protetti nell’occasione dell’assemblea. E aveva anche aggiunto che alcuni genitori, per paura, si erano allertati per cambiare scuola ai propri figli.
Nessuno però l’ha presa in considerazione. All’assemblea i genitori c’erano tutti, a mancare era proprio lei, l’autrice della lettera. Insieme si sono stretti attorno all’imprenditore, il quale ha ribadito che non bisogna aver paura dei delinquenti, semmai dovrebbero essere loro ad aver paura delle persone oneste. Inoltre ha detto che il gesto di dar pubblicità all’accaduto è un modo per non assecondare il gioco del silenzio su cui proliferano le mafie. Qualcuno ha invitato la signora della lettera a dimettersi da rappresentate dei genitori (perché effettivamente non li rappresenta).

Sessantenni tra i banchi e studenti in cattedra, questo accade a Rho, famoso comune lombardo, facente parte della città metropolitana di Milano e sul cui territorio si è svolta l’Expo.
Presso l’ITIS ‘Cannizzaro’ si terrà la seconda edizione del corso ‘ABCDigital‘ per imparare ad usare il tablet e rivolto agli Over60. Si tratta di sei incontri di quattro ore ciascuno, il tutto offerto gratuitamente dalla scuola.
Questa volta ad insegnare saranno i ragazzi, i quali spiegheranno a quelli che presumibilmente potrebbero essere i loro nonni, come si usa il tablet, ma anche le altre nuove tecnologie. I ragazzi che hanno insegnato lo scorso anno si sono detti entusiasti, ed hanno specificato che dopo un iniziale momento di imbarazzo per i ruoli invertiti, la grande voglia dei sessantenni di apprendere ha prevalso e quindi tutto è filato liscio. Tra l’altro, quest’anno, il corso si inserisce nelle ore di stage previste per alternanza scuola-lavoro, e così il tutto assume anche un rilievo istituzionale. Tutti sono pronti per quest’avventura che partirà l’otto febbraio. Finalmente un passo deciso verso la fiducia ‘reale’ ai giovani, non solo a parole.

 di Francesco Di Lorenzo

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