Iperboli e anacoluti

1.

Vorrei tanto che questa mia

confusione fosse solo passeggera

ma non mi sembra…

ora che non mi fa più paura

(in questa notte senza sonno)

ascolto il rumore della pioggia

è bellissimo

io ho una mano tra le tue gambe.

 

2.

le sensazioni si accavallano

e non mi lasciano scampo

sono solo, come adesso

ed è inutile sperare

in un jolly, che, mi hai

più volte ammonito ,

non esiste.

Ma che devo fare? io ci spero.

Almeno mi attacco a qualcosa…

al tram, direbbe qualcuno…

 

3.

poi viene il tempo in cui le parole

non servono per comprendere l’irrealtà

stonano come il rosa e il giallo

sopra bianco e nero,

ascolti solo quelle che, riconosci subito,

essere sincere,

sono per te, sono uniche, sono un dono

che neanche ti meriti

ma lei che ne sa!

 

4.

l’io tuo non sa che fare

quali strade prendere

per perdersi, e ritrovarsi

nel punto esatto di partenza.

Il giro del fesso, o

diciamolo, la linea di-retta dell’idiozia

ti aspetta!

‘Tre donne intorno alla mia mente’

e senza linea di continuità, senza sapere

quale conversazione scegliere

andare a naso, andare a caso

andare a spasso.

 

5.

il buonsenso non esiste

è triste il camminamento della

notte. Il fango sui pantaloni è secco.

Le rigature di vernice bruciano

e nessun’acqua le spegne.

Fosse facile convertirsi in moneta

armare difese per un nulla indistinto

assaporare le gocce di sobrietà.

Ma non è così!

 

di Francesco Di Lorenzo

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