Il mio filo sottile

recensione di Stefania Buosi

il mio filo sottileSi tratta di un romanzo di 175 pagine, diviso in 17 capitoli e che viene scritto, secondo quanto affermato dalla narratrice, Fanny Grespan, nell’ ultima pagina, nel Dicembre del 2011 a Treviso. Ciascun capitolo è introdotto da una citazione d’ autore, che ci spinge da subito alla riflessione. Nella copertina, su fondo rosso, troviamo l’ immagine di due piedini scalzi di bimba, che camminano su un filo sottile. E’ questo il tema centrale del romanzo: il filo sottile, che tutti noi seguiamo nelle nostre vite. Un filo facile da smarrire, ma che, a volte, le circostanze stesse, che dobbiamo affrontare, ci inducono a ritrovare. Il romanzo racconta la storia di una giovane insegnante di lettere, con le sue vicissitudini, le sue insicurezze, i suoi amori, che si trova a dover affrontare l’ esperienza tragica del coma. Lo sfondo è quello del nord-est italiano, campeggiano le città di Venezia, sede del prestigioso Ateneo e di Treviso, con la sua Piazza dei Signori e i ristorantini tipici, che si affacciano da sotto i portici. Non mancano borgate suggestive come quella di Asolo, elegante e persa in una dimensione temporale non precisata, come quella dell’ amore. E’ un romanzo che si incentra sull’ analisi dei personaggi e che presenta delle delicate e, talvolta ironiche, descrizioni della quotidianità. I protagonisti sono “persone normali”, non eroiche per la cronaca, ma eroiche sì nell’ assaporare le gioie e nell’ affrontare le difficoltà della vita. Il messaggio finale è positivo: sarà proprio la malattia vera che aiuterà la protagonista a sconfiggere le malattie immaginarie e a capire la propria reale forza, rinascendo, dopo il trauma, come donna indipendente e… ritrovando quel filo sottile…

  • Fanny Grespan è mia cugina. E’ nata a Treviso nel 1974 e vive a Castelfranco Veneto. Si è laureata in Lettere all’ Università Ca’ Foscari di Venezia e dal 1999 è insegnante di Scuola Primaria. Questo è il suo primo romanzo; a me è piaciuto leggerlo, a prescindere dai legami affettivi che ho con Fanny e che mi spingevano a cercare di capire se potevo ritrovare o ritrovarmi in alcuni personaggi (sarà stato il mio alter-ego narrativo quello della cugina da spaventare guidando in modo spericolato sugli autoscontri?), perchè è un libro che induce alla riflessione e alla presa di consapevolezza delle proprie scelte, all’ approdo ad una dimensione realistica della vita, che però non prescinde dall’ osservare la magia che ci circonda.   

di Stefania Buosi

“Il mio filo sottile” (Edizioni Del Noce, 2013) di Fanny Grespan

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