Dialoghi impossibili: Paperina e Giovanna d’Arco

paperina giovanna d'arco(Paperina alla riscossa)

Paperina è depressa: dopo tanti anni di fidanzamento, Paperino l’ha lasciata per una giovincella di 50 anni.

Il suo pensiero corre sempre all’amato papero pasticcione e traditore, a tutte le volte che lo attendeva giuliva; ma, poi, un moto di ribellione le attraversa le penne: “Basta, è ora di cambiar vita” pensa “gliela farò vedere io! D’ora in poi, via fronzoli e fiocchi, voglio diventare una donna capace di lasciare un segno nella storia, come…come…ecco: come Giovanna d’Arco”

E, miracolosamente, si materializza la figura di Giovanna in tutta la sua splendente armatura.

La pulzella, con gli occhi che vanno oltre le apparenze,rivolge lo sguardo visionario verso una Paperina impietrita.

«Chi è che mi chiama?»

«Sono io, Paperina» risponde intimorita la pennuta. «Ma come hai fatto a captare i miei pensieri?”

«Sono sempre allerta per raccogliere invocazioni e doglianze».

«Come ti arrivano? Hai un cell. con qualche nuova app?»

«App … cell … Ma di che cianci in quella tua lingua barbara? Dimmi piuttosto perché mi hai chiamata».

«Aiutami, tu che sai come combattere e vincere le battaglie: voglio diventare una gran donna come te, ma so solo riordinare il soggiorno e mettere i bigodini».

«Si può fare. Ma cos’è quest’aria irrespirabile? Qui si soffoca».

«Niente! E’ colpa dell’inquinamento!»

«L’inquinamento! Che bandiera batte quest’esercito? Sono degli invasori?»

«Oh, beh, per invadere invadono; sai, sono i fumi che provengono da apparecchi che funzionano con i combustibili fossili; la terra, l’aria, il mare ne sono intossicati. Ma torniamo a noi: che ne diresti se guidassi le folle contro gli adoratori della carne alla brace?»

«Lascia perdere, rabbrividisco soloal ricordo” risponde Giovanna tra un colpo di tosse e l’altro.

Rivolta verso la finestra, osserva, nauseata, la coltre di smog che copre la città.

«Piuttosto, dimmi degli anticristo che stanno distruggendo la Terra. Perché lo fanno?»

«Per sete di denaro e di potere. Vedi, per produrre, vendere e guadagnare c’è bisogno della corrente».

«La corrente dei fiumi e del vento?»

«Eh, magari! No, la corrente indotta dagli idrocarburi.  Insomma, è difficile spiegarti; sappi solo che i ricchi, pur di diventare ancora più ricchi, sfruttano i paesi poveri e provocano malattie mortali.Lo stesso zio Paperone è in combutta con quei figli del demonio».

«Parbleu! Eccoi nemici che devi combattere. Vediamo: quanti cavalli hai? Quante lance? E quante spade?»

«Veramente, qui usano pistole, mitra, bazooka; di lame non ho che coltelli e forchettoni. I cavalli, poi, li hanno esauriti i cow boy tempo fa».

Giovanna riflette, canticchiando a fior di labbra; Paperina ne è sorpresa e divertita.

«Colpa di santa Cecilia che ci rintrona di canzonette profane» le spiega la pulzella. «Pensavo con nostalgia al mio vecchio mondo pulito e ritengo che ognuno di noi abbia il sacro dovere di combattere contro assassini e sfruttatori usando ogni tipo di armi!»

«Giusto! Allorami organizzo per la battaglia contro l’inquinamento. Che ne dici di un sit.in? O di un flash mob?»

«Sorella, va’ dal re e schierati con noi, io e te siamo chiamate allo stesso destino».

«Ma quale re? Ehi, l’immagine si fa fumosa. Giova’, Giovanna? Mi senti?»

Un acre odore di brace si spande nell’aria, il fumo ha invaso la stanza, idisperati richiami delle due donne sono coperti dal crepitio delle fiamme.

«Il barbecue è andato a fuoco. Aiuto!» starnazza Paperina.

«Muoio per il pianeta e per nostro Signore» esclama Giovanna rapita con lei in un rogo e in un destino comune.

Lucia Colarieti & Anna Maria Montesano

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