Carneade

Sito in costruzione (didascalia)

Carneade, chi era costui? Questa domanda mi rimbomba nel cervello da anni. Un chiodo fisso che non mi lascia mai: giorno e notte. E pensare che una volta ero un uomo, non dico felice (che la felicità non esiste) ma sereno  e appagato sì. Avevo un buon lavoro, una bella casa e una donna favolosa: Marianna. Non mi mancava nulla.  Fino al giorno in cui tornai a casa e la trovai a letto con Giulio, il mio migliore amico. Appena mi videro cercarono di scappare ma io stavo proprio sulla porta e dovettero per forza darmi una spiegazione.

– È tutta colpa di Carneade, – aveva detto lei tra i singhiozzi.

– Carneade?  E chi è costui? – gridai io.

Lei non rispose. Si rivestì in fretta e uscì: da quella casa e dalla mia vita, per sempre. Anche quel vigliacco di Giulio era sparito.   Rimasi solo.

Fu allora, che come una specie di veleno, entrò nella mia testa Carneade. Il ragionamento era semplice. Di tutto quello che era successo  la  colpa non era mia,  ma sua. Io non avevo fatto niente di sbagliato. Se non fosse stato per lui,  adesso io e Marianna staremmo ancora insieme. Per questo lo cerco, quel maledetto. Per fargli sputare la verità. Voglio che tutti sappiano che non ho avuto nessuna mancanza con Marianna, che l’ho saputa amare, che eravamo felici.

Ah, se solo mi facessero uscire da qui …

di Ferdinando Gaeta

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